Cosa infastidisce il cane: 11 errori da evitare
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Comportamento

Cosa infastidisce il cane: 11 errori da evitare

Anche i cani hanno le loro “fisse”. Comportamenti che per noi sono normali, innocui o perfino affettuosi, possono risultare fastidiosi, stressanti o frustranti per loro. Eppure, spesso non ce ne rendiamo conto. Loro non parlano, ma comunicano in tanti modi: basta saperli ascoltare.

Capire ciò che infastidisce il cane è un atto di rispetto e amore. Ecco un elenco delle situazioni più comuni in cui possiamo involontariamente disturbare i nostri amici a quattro zampe.

Interrompere il sonno

Il sonno è un momento essenziale per il benessere psicofisico del cane. Durante il riposo, il corpo si rigenera e la mente elabora esperienze e apprendimenti. I cani, proprio come gli esseri umani, attraversano fasi di sonno leggero e profondo, inclusa la fase REM, in cui possono muoversi, vocalizzare o tremare.

Svegliarli in modo improvviso può causare disagio, disorientamento e, in alcuni casi, reazioni difensive. È importante rispettare i loro tempi di riposo e insegnare ai bambini di casa a non disturbarli mentre dormono. Il sonno di qualità è fondamentale per la salute, l’umore e la stabilità comportamentale.

Esagerare con l’esposizione a ciò che temono

Affrontare le paure del cane richiede un approccio attento e progressivo. Esporlo ripetutamente e forzatamente a stimoli che lo spaventano — come rumori forti, oggetti sconosciuti o altri animali — può peggiorare le sue insicurezze. Il rischio è che il cane sviluppi fobie radicate o comportamenti reattivi, come ringhiare, abbaiare o tentare la fuga.

La cosiddetta “esposizione forzata” non è una terapia efficace. Al contrario, l’educazione moderna consiglia un lavoro graduale di desensibilizzazione, in cui il cane viene messo a contatto con lo stimolo temuto in modo controllato, abbinandolo a esperienze positive. Solo così è possibile costruire fiducia e ridurre la reattività.

Accorciare le passeggiate

La passeggiata è molto più che un’occasione per fare i bisogni. È il momento in cui il cane esplora il mondo, annusa, socializza e si mantiene attivo fisicamente e mentalmente. Limitare questo tempo, magari per fretta o comodità, priva il cane di una delle sue principali fonti di stimolazione cognitiva e benessere emotivo.

Durante la passeggiata, i cani leggono gli odori, comunicano attraverso segnali chimici, e percepiscono cambiamenti ambientali. Anche solo lasciarli esplorare con calma una siepe può avere un forte valore educativo e rasserenante. Una passeggiata frettolosa e piena di continui “dai, andiamo” è fonte di frustrazione e malessere.

Sgridarli invece di insegnare

Urlare o punire un cane senza guidarlo verso il comportamento corretto genera confusione. Il cane non sempre capisce cosa ha sbagliato, soprattutto se il rimprovero arriva in ritardo rispetto all’azione. Inoltre, la punizione può compromettere la fiducia reciproca, generando ansia o insicurezza.

L’approccio corretto consiste nel prevenire gli errori e rinforzare i comportamenti positivi. Se un cane abbaia per attirare l’attenzione, piuttosto che urlargli contro, si può insegnargli un comando alternativo, come seduto o guarda, premiandolo quando lo esegue. L’obiettivo non è reprimere, ma comunicare con chiarezza.

Disturbarli mentre mangiano

Per il cane, il momento del pasto è delicato e profondo. Alcuni soggetti, per predisposizione genetica o esperienze pregresse, possono sviluppare comportamenti di difesa della risorsa, mostrando tensione o reazioni se qualcuno si avvicina mentre mangiano.

Per evitare stress, è bene lasciare al cane il suo spazio durante i pasti, senza toccarlo, fissarlo o tentare di togliere la ciotola. Educare alla tolleranza è possibile, ma richiede esercizi graduali, come aggiungere cibo nella ciotola mentre mangia o passare vicino senza interagire. In caso di segnali di difesa, è fondamentale affidarsi a un educatore cinofilo esperto.

Lasciare che gli estranei lo tocchino senza preavviso

Molti cani non gradiscono il contatto fisico improvviso da parte di persone sconosciute. Un avvicinamento diretto, con sguardo fisso e mano tesa sulla testa, può risultare invasivo o minaccioso. Questo vale soprattutto per cani insicuri, anziani o con un passato difficile.

È buona norma insegnare a chi ci circonda — bambini compresi — che un cane si saluta senza invadere lo spazio personale, attendendo che sia lui ad avvicinarsi. Il linguaggio del corpo del cane va rispettato: se si allontana, gira la testa o si irrigidisce, è meglio non forzare l’interazione.

Interrompere il gioco troppo presto

Il gioco è uno strumento potentissimo per rafforzare il legame tra cane e umano. Attraverso il gioco, il cane sfoga energia, sviluppa abilità sociali, impara a gestire l’impulsività. Coinvolgerlo e poi ignorarlo o smettere dopo pochi secondi può generare frustrazione e incertezza.

Meglio stabilire rituali di gioco chiari: iniziazione, coinvolgimento attivo e chiusura con una parola (es. fine gioco). Anche brevi sessioni possono essere altamente soddisfacenti, a patto che siano coerenti e realmente condivise. Il cane ha bisogno di sentire che l’interazione è autentica e completa.

Trattarli come oggetti fragili

Coccolare un cane di piccola taglia non significa impedirgli di vivere esperienze. Tenerlo sempre in braccio, evitare che incontri altri cani o che si muova autonomamente riduce la sua autostima e alimenta l’insicurezza.

Ogni cane, indipendentemente dalla taglia, ha bisogno di esplorare il mondo con le proprie zampe. È importante offrirgli occasioni per affrontare situazioni nuove, in modo guidato e sicuro. In questo modo si stimola la fiducia e si prevengono comportamenti ansiosi o iperprotettivi.

Ignorare il loro linguaggio del corpo

I cani comunicano principalmente attraverso segnali corporei, spesso sottili ma inequivocabili. Leccarsi il naso, sbadigliare, girare la testa, abbassare le orecchie o la coda, sono indicatori di disagio che non devono essere sottovalutati.

Imparare a leggere questi segnali consente di intervenire prima che il cane esploda in comportamenti più evidenti. Un buon proprietario è prima di tutto un osservatore attento: conoscere il linguaggio del proprio cane è il primo passo per rispettarlo davvero.

Forzarli a usare il kennel

Il kennel può essere una risorsa preziosa se viene presentato come uno spazio sicuro e confortevole, mai come punizione o isolamento forzato. Alcuni cani, però, non si sentono a loro agio in spazi chiusi e piccoli, soprattutto se non sono stati abituati correttamente fin da cuccioli.

In questi casi, si possono usare alternative come recinti, cancelletti o una zona relax in casa. L’importante è che il cane percepisca quel luogo come piacevole, associandolo a momenti di calma, gioco o premi. Ogni percorso va personalizzato sul temperamento del singolo individuo.

Parlare troppo (e a caso)

I cani comprendono le parole attraverso associazioni coerenti. Se ogni comando cambia tono o significato, o se si parla in continuazione senza coerenza, il cane impara a ignorare la voce del proprietario. La verbosità eccessiva genera confusione.

È più utile utilizzare pochi comandi chiari e costanti, accompagnati da gesti e da un tono coerente. Il linguaggio non verbale (postura, energia, intenzione) ha per il cane un valore molto più forte delle parole. Comunicare bene significa essere coerenti, semplici e comprensibili.